venerdì 22 aprile 2022

Come si progetta un libro? Realizzazione di un volume dall'ideazione all'invio in stampa

In questo lungo articolo vi racconterò il lavoro svolto per la realizzazione del volume THE END OF EVANGELION – Love is destructive. edito da EVA IMPACT, associazione culturale che si prefigge come scopi lo studio, l’analisi e la promozione dell’opera Neon Genesis Evangelion e del relativo franchise. Quello che state per leggere è una sorta di "caso studio" che partirà con l’ideazione e finirà con la stampa del libro.

Il volume THE END OF EVANGELION – Love is destructive. a cura di Ilaria Azzurra Caiazza, Filippo Petrucci e Ivan Ricci, riservato ai soci EVA IMPACT


PREMESSA

Per questo progetto non ho utilizzato software di desktop publishing storici come QuarkXPress o Adobe InDesign, bensì il giovanissimo Affinity Publisher made in Serif. Quindi questo articolo non sarà solo un semplice making of riservato ai curiosi che vogliono sapere “come si fanno i libri” o ai fan di Evangelion, ma anche una documentazione che potrà interessare i colleghi professionisti che vogliono approcciare questo nuovo software per l’impaginazione in quanto parlerò della mia esperienza d’utilizzo, dei problemi riscontrati e delle soluzioni trovate. 


IDEAZIONE DEL PROGETTO

Ogni anno EVA IMPACT dà alle stampe un volume monografico curato dalla presidente Ilaria Azzurra Caiazza, il vicepresidente Filippo Petrucci e da me medesimo, e che raccoglie articoli di approfondimento su un argomento specifico. Un vero e proprio prodotto editoriale a cui l’associazione si dedica con estrema cura. Per il 2021 era nelle nostre intenzioni lavorare a un libro sulla tetralogia cinematografica del regista Hideaki Anno, ma per problemi legati alla pandemia l’uscita dell’ultimo capitolo intitolato Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time è slittata di molti mesi, quindi abbiamo preferito anticipare quello che sarebbe stato il volume del 2022 legato al venticinquesimo anniversario del film The End of Evangelion. Presa questa decisione ci siamo riuniti per definire il progetto e stilare un timone, in modo tale da avere un’idea della struttura dell’impaginato, degli argomenti da trattare e di quali articoliste e articolisti, nonché artiste e artisti contattare. 


IL TIMONE

Il timone è uno strumento indispensabile, un riferimento che aiuta chi realizza un libro o una rivista ad avere sempre un quadro generale della situazione e a constatare lo stato effettivo dell’avanzamento dei lavori, oltre ad aiutare chi lo compila a dare un ordine quanto più logico ai contenuti e un giusto ritmo alla grafica. 

La prima versione del timone. Lavorando a distanza, tra Roma e Torino,
realizziamo abitualmente il timone con Google Docs, in modo da poter interagire
in contemporanea sullo stesso documento


IL FORMATO

Fino a oggi i volumi monografici dell’associazione sono stati realizzati sempre nel formato A4 verticale (21x29,7 cm), ma questa volta volevo che l’impaginato differisse dai precedenti presentandosi in maniera inedita ai nostri lettori. Visto l’argomento trattato, il mio pensiero è andato subito al formato orizzontale che caratterizza il pamphlet giapponese dedicato alla pellicola. Lo spillato di poche pagine, conosciuto anche con il nome non ufficiale di Red Cross Book, contenente informazioni sul film e venduto nei cinema in cui veniva proiettato. La redazione ha gradito questa proposta, quindi abbiamo deciso di adottare il formato A4 orizzontale.

Una parte del materiale originale consultato durante la realizzazione del progetto.
Il Red Cross Book è il pamphlet con la croce rossa su sfondo nero.


RACCOLTA E ANALISI DEL MATERIALE DI RIFERIMENTO

A questo punto ho radunato tutto il materiale originale per realizzare il layout più azzeccato. La tipografia in Evangelion è molto curata e ben studiata e nel tempo sono stati utilizzati svariati caratteri, a volte anche modificandoli “brutalmente”, comprimendoli e “stretchandoli” per restituire graficamente allo spettatore la forte tensione e la drammaticità intrinseche alla narrazione. Questa scelta è dettata anche dalla voglia di omaggiare la tipografia dei vecchi film giapponesi degli anni ‘70 del regista preferito di Anno, Kon Ichikawa. Potete verificare voi stessi con una brevissima ricerca su Google Image quanto Anno si sia ispirato al lavoro di Ichikawa.

A sinistra il cartello con i crediti della regia di The Inugami Family di Kon Ichikawa (1976), a destra il cartello con il titolo del secondo episodio della serie tv Neon Genesis Evangelion (1995). 


La copertina del libro Ichikawa Kon no taipogurafi - The Typography Of Kon Ichikawa dedicato alla tipografia nei film di Ichikawa

Le regole della grafica non prevedono che i caratteri tipografici vengano modificati, ma se queste modifiche vengono apportate con consapevolezza allo scopo di ottenere un determinato risultato allora si può "osare". La tipografia di Evangelion osando è riuscita a entrare nell’immaginario pop collettivo facendo di queste deformazioni il suo segno distintivo. Anno talvolta rafforza quella drammaticità, di cui sopra, deformando addirittura le immagini, creando così delle raffigurazioni estremamente potenti.

Un bellissimo poster di Evangelion: Death & Rebirth


CREAZIONE DEL DOCUMENTO: PAGINE MASTRO E LAYOUT

L’approccio con Affinity Publisher non è stato particolarmente traumatico. Come prima cosa ho personalizzato alcune scorciatoie da tastiera e modificato un po’ l’area di lavoro sistemando le palette come ritenevo opportuno. Ovviamente il software consente di salvare l’area di lavoro e ripristinarla in qualsiasi momento.

Dopo aver personalizzato l’interfaccia e i comandi di Publisher sono passato alla creazione del documento e alla definizione delle pagine mastro. 

Le pagine mastro non sono altro che uno sfondo da applicare a più pagine e contengono il layout, ovvero la struttura grafica che sta alla base di ogni progetto, non solo cartaceo, e che consiste in un sistema di gabbie e griglie con cui si definisce la composizione dell’impaginato. L’uso del layout permette di mantenere un risultato equilibrato e coerente per tutto il progetto.

Il layout del volume THE END OF EVANGELION - Love is destructive. 


In questo caso ho optato per un layout simmetrico ottenuto sfruttando i rapporti dimensionali del formato scelto, ovvero l’A4. Il rapporto tra i due lati del formato A4 è di 1:1,414, valore che ho usato per ricavare i margini della pagina.

Ottenuta la gabbia, l’ho suddivisa in quattro colonne con intercolonne piuttosto larghe che richiamano quelle usate nel Red Cross Book. Ho poi ricavato dodici moduli uguali suddividendo a loro volta le colonne in tre righe e ho definito al contempo la griglia delle linee di base, ovvero le righe su cui sono ancorati i testi.

Layout con griglia delle linee di base


Una volta create le pagine mastro contenenti il layout base del volume, le ho duplicate e ho realizzato una versione in negativo perché l’impaginato prevede l’alternanza di pagine a fondo bianco e a fondo nero.


LA SCELTA DEI CARATTERI TIPOGRAFICI

In contemporanea ho definito i font da utilizzare e la scelta è caduta su tre fra i caratteri impiegati in Evangelion: il graziato Times e il bastoni Helvetica per l’alfabeto latino, mentre per i caratteri giapponesi il graziato Matisse EB (extra-bold).

Alcuni cartelli utilizzati in Evangelion

Per ricreare il più fedelmente possibile le modifiche apportate ai caratteri nella tipografia ufficiale, ho scansionato alcune pagine del Red Cross Book e lavorando con gli stili di testo ho ottenuto un raffronto concreto tra il font originale e la sua deformazione.

Anche nella tipografia ufficiale i caratteri vengono modificati di volta in volta probabilmente proprio tramite gli stili di testo.

La compressione, oltre ai caratteri, riguarda anche il tracking, ovvero lo spazio complessivo tra tutte le lettere. Proseguendo con la lavorazione si interviene nei casi specifici sistemando dove fosse necessario il kerning, ovvero lo spazio tra due singole lettere, in modo da ottenere un risultato visivamente più armonioso.

Il lavoro sulla compressione e stretchamento dei caratteri


GLI STILI DI TESTO

Stabiliti i font da adoperare per l’intero volume, mi sono dedicato agli stili di testo: essi permettono di definire un insieme di caratteristiche legate alla formattazione del carattere, o del paragrafo, e possono essere applicati a più caratteri o paragrafi. Questa funzione, facilmente editabile al bisogno, permette di tenere sotto controllo tutto il testo presente nell’impaginato consentendo di modificarlo, se necessario, con pochi passaggi. 

Devo dire che al primo sguardo la palette di Publisher dedicata agli stili di testo mi ha un po’ spiazzato in quanto il programma prevede di default tutta una serie di stili già pronti per l’uso, un po’ come accade in Microsoft Word, impostazione che personalmente non apprezzo. La prima cosa che ho fatto, perciò, è stata eliminarli tutti e ripartire da zero creando quelli che mi servivano e nominandoli come preferivo. Quando lavoro a un impaginato voglio che tra i fogli di stile e i campioni di colore ci sia il massimo ordine.

Gli stili di testo creati per il volume THE END OF EVANGELION - Love is destructive.


IL WORKFLOW

Come detto sopra, Affinity Publisher è un programma giovanissimo rilasciato pubblicamente per la prima volta nel mese di giugno del 2019, quindi deve ancora crescere rispetto ai suoi “fratelli” maggiori Affinity Designer, software realizzato per lavorare con la grafica vettoriale, e Affinity Photo, nato per il fotoritocco e la lavorazione delle immagini raster. Affinity Photo, il più maturo fra i tre che ha appena compiuto cinque anni d’età, non ha nulla da invidiare al blasonato PhotoShop, anzi, alcuni aspetti come quello di lavorare le immagini in maniera non distruttiva lo rendono particolarmente interessante.

Basandomi sul lavoro di sviluppo che Serif ha svolto su Affinity Photo, credo che Affinity Publisher possa crescere molto velocemente migliorando alcune funzioni e colmando le lacune presenti al momento.

Un aspetto che ho apprezzato tantissimo di Publisher è il fatto che il software permette letteralmente di utilizzare gli strumenti di Photo e Designer senza uscire dal programma. Il tutto è a portata di un click con il quale si può passare da un’interfaccia all’altra in maniera estremamente semplice e immediata. Questa è una funzione che ho sempre desiderato e che non ho mai trovato nei prodotti Adobe dove invece si è costretti a passare da un programma all’altro per ogni modifica sui file incorporati nel documento, salvandoli e aggiornandoli ogni volta. Questo approccio offerto da Affinity Publisher velocizza il workflow rendendolo più piacevole e meno stressante. 

Ricordo un tempo in cui il software di impaginazione per eccellenza era QuarkXPress, ma la mancanza di concorrenza fece sì che Quark non ascoltasse il parere e le richieste di chi con il loro programma lavorava tutti i giorni. Adobe, approfittando di questo malcontento, ebbe gioco facile nell’imporre il suo InDesign. Chissà se la storia si ripeterà e se con il tempo i prodotti Serif conquisteranno una fetta importante del mercato. È vero che al momento questi software non sono esenti da difetti, ma allo stesso tempo va considerato che sono estremamente economici e performanti, e che gli sviluppatori continuano a lavorare per migliorarli ascoltando i consigli della community degli utenti.

 L'interfaccia di Affinity Publisher


I COLORI  

Come appena detto però, Publisher deve ancora crescere, e infatti ci sono degli aspetti che, se non conosciuti, possono rallentare il lavoro. Personalmente lo straniamento maggiore credo di averlo avuto con la palette dei campioni colore. 

In generale la gestione dei campioni colore in Publisher è un po’ farraginosa, ma se si ha bene in mente cosa si deve realizzare e ci si organizza a dovere, allora non dovrebbero presentarsi problemi. Quello che è indispensabile sapere, e che per mia fortuna ho appreso ancora prima di confrontarmi con il software grazie a uno dei tanti ottimi tutorial realizzati da Beniamino Della Torre, è che con Publisher è consigliabile creare un campione di nero riservato alla sovrastampa dei testi. 

La palette dei campioni colore in Affinity Publisher. Se non si vogliono noie, con l’attuale* versione del software è importante creare un campione nero in sovrastampa per i testi prima di cominciare a lavorare


Questa operazione potrebbe rivelarsi fondamentale perché se non prevista si correrebbe il rischio di ottenere un file di stampa in cui tutti i testi neri forino la grafica sottostante, e ciò renderebbe l’impaginato non fruibile in caso di stampe fuoriregistro. In realtà il software in fase di esportazione offre la possibilità di scegliere di stampare il nero in sovrastampa, ma in questo caso tutto ciò che è realizzato con il nero, quindi non solo i testi, subirà lo stesso trattamento creando delle sovrapposizioni non volute con altri colori adiacenti.

Esempio esplicativo della differenza tra foratura e sovrastampa


*Nota bene: quanto appena spiegato era valido al momento in cui stavo realizzando l’impaginato, successivamente il software è stato aggiornato e migliorato. Consiglio fortemente di consultare le informazioni più recenti disponibili sul sito del produttore prima di mettersi al lavoro.


LA GERARCHIA VISIVA DEI TESTI E LE SCELTE TIPOGRAFICHE

Dopo aver definito il layout del volume, i font e i colori da utilizzare, mi sono dedicato a realizzare alcune prove di impaginazione per capire come sfruttare al meglio quanto predisposto e rifinire gli stili di testo cercando di creare la giusta gerarchia tra le varie parti che compongono i testi (titolo, sommario, titoletto, corpo del testo ecc).

Volevo che il leitmotiv del volume fossero gli ideogrammi giapponesi e che l’impaginazione richiamasse la tipografia impiegata nell’opera trattata. In più c’era la mia volontà di usare, per quanto possibile, elementi che contraddistinguono la tipografia giapponese. La scelta è ricaduta sui “kakko”, caratteri che vengono utilizzati per riportare le citazioni o come parentesi, ma che personalmente ho adoperato come ornamenti grafici che racchiudono i primi paragrafi di ciascun articolo.

Ovviamente la scelta degli ideogrammi da inserire negli articoli non doveva essere casuale, quindi ho selezionato diverse parole da associare a ciascun testo e ho chiesto una consulenza all’amico Mario Pasqualini di Dimensione Fumetto che, da conoscitore della lingua giapponese, ha fatto in modo che le parole che volessi adoperare fossero tradotte nel migliore dei modi.

Come stabilito nel timone, volevo che gli articoli fossero intervallati da alcune citazioni prese dall’opera trattata, così ho rivisto il film segnandomi i dialoghi che volevo utilizzare per sottoporli alla redazione. Tuttavia questo mio proposito è cambiato durante l’impaginazione.


L’IMPAGINAZIONE 

Una volta stabiliti tutti i punti precedentemente spiegati e ricevuto il materiale da inserire, sono passato all’impaginazione che doveva essere eseguita in tempi celeri e che ho realizzato senza intoppi grazie a quanto predisposto in precedenza.


Alcune grafiche definitive dal volume THE END OF EVANGELION - Love is destructive.

Lavorando in costante sinergia con gli altri curatori del volume, si è proceduto in parallelo sia all’impaginazione, sia alla correzione delle bozze, quest’ultima realizzata in due passaggi con relativa collazione finale per assicurarci che tutti i refusi fossero stati corretti. Molta attenzione è stata riservata anche alla correttezza del testo giapponese, mai inserito in maniera casuale o meramente ornamentale.

Alcune bozze della stessa pagina realizzate per decidere la versione migliore

Altre pagine definitive dal volume THE END OF EVANGELION - Love is destructive.

Come spesso accade in corso d’opera ho cercato e trovato nuovi spunti e soluzioni grafiche rispetto a quanto pensato in precedenza. Per esempio ho deciso che per richiamare la grafica originale e allo stesso tempo rinnovarla, avrei potuto utilizzare non solo il testo in positivo e negativo, ma applicarvi anche contorni e ombre.

Variazioni grafiche ottenute utilizzando ombre e contorni

Durante la lavorazione, mentre il volume prendeva forma, ho deciso di differenziare i kakko utilizzati per le parti in lingua italiana da quelli usati nei testi giapponesi, in modo da rendere più vario e interessante il risultato finale.

Ho utilizzato tutti gli ideogrammi precedentemente individuati per arricchire graficamente l’indice dei contenuti

Anche se non inizialmente previsto, ho deciso di giocare con i titoli italiani così come stavo facendo con quelli in giapponese, ottenendo così un impaginato meno monotono.

Una delle composizioni grafiche di cui sono più soddisfatto

Non è semplice gestire i titoli lunghi, però in questo caso ho trovato una soluzione
che mi ha subito convinto

Nonostante avessi preventivato di utilizzare le citazioni estrapolate dal film tra un articolo e l’altro, alla fine ho preferito non inserirle e, in accordo con la redazione, abbiamo selezionato due sole frasi per arricchire la seconda e la terza di copertina.


LA COPERTINA

Il design della copertina è venuto da sé come conseguenza delle scelte operate per l’impaginazione, quindi la realizzazione è coerente con gli sforzi creativi fatti per le pagine interne. 

Avendo già in mente il risultato finale, ho preferito attendere di conoscere il numero esatto di pagine dell’impaginato, in modo da avere l’esatta misura della dimensione della costina e generare direttamente un file definitivo. La dimensione della costina è un dato che viene fornito dallo stampatore e può variare, oltre che dal numero di pagine dell’impaginato, anche dal tipo e dalla grammatura di carta scelti. Ho preferito questa strada anche perché purtroppo, almeno per il momento, Affinity Publisher non offre la stessa possibilità di InDesign di affiancare più di due pagine di misure differenti, quindi ho dovuto realizzare il file come facevo un tempo con QuarkXPress, ovvero creando un unico foglio che contenesse la prima, la costina e la quarta di copertina.

Da sinistra a destra: quarta di copertina, costina e prima di copertina

L'ESPORTAZIONE DEI FILE PER LA STAMPA

A lavoro ultimato ho realizzato i pdf per la stampa dell’interno del volume e della copertina, attenendomi alle istruzioni dello stampatore per quanto riguarda il profilo colore e le abbondanze.


Le abbondanze consistono in un margine di alcuni millimetri da applicare tutto intorno all’impaginato: se non le avessi aggiunte e avessi fatto finire lo sfondo nero esattamente sul margine di taglio, ovvero quello proprio del formato finito, avrei rischiato di ottenere un prodotto finale con dei sottili bordini bianchi. È importante anche tenere presente il margine di sicurezza entro cui inserire tutto ciò che non vogliamo corra il rischio di essere tagliato perché troppo vicino al taglio.

Ho esportato l’impaginato da Affinity Publisher nel formato PDF/X3:2003, selezionando nelle impostazioni di esportazione il profilo ICC richiesto e avendo l’accortezza di deselezionare la spunta sull’opzione “Sovrastampa nero” messa di default dal programma in quanto, come detto in precedenza, avevo lavorato creando due campioni differenti di nero.**

Ho poi controllato i file pdf con Adobe Acrobat per assicurarmi che fossero stati generati nella maniera corretta. Svolta questa operazione ho inviato il tutto in stampa.

**NOTA BENE: ci tengo a fare presente che la procedura di esportazione dell’impaginato che ho eseguito e qui riportato non è sempre e per forza quella giusta per tutti i documenti, quindi vi invito a rivolgervi allo stampatore presso cui stamperete il vostro documento e attenervi strettamente alle sue indicazioni. La generazione di file per la stampa non è un’operazione semplice ed esente da rischi, quindi prima di inviare i file in stampa sinceratevi che il procedimento di esportazione sia corretto e il risultato finale quello desiderato.

In chiusura di questo lungo post vorrei ringraziare nuovamente Ilaria Azzurra Caiazza e Filippo Petrucci per l'amicizia e la rinnovata fiducia accordatami, e Mario Pasqualini per il fondamentale aiuto nella corretta impaginazione dei testi in lingua giapponese, nonché per le traduzioni.


SCHEDA DEL VOLUME


• 80 pagine in formato A4 (210×297 mm) stampate su carta classic demimatt patinata lucida 170 g/m²

• Copertina stampata su carta classic demimatt opaca 300 g/m² con plastificazione lucida

• Rilegatura: brossura grecata e fresata

THE END OF EVANGELION 
- Love is destructive. è un volume riservato ai soci dell'associazione culturale EVA IMPACT. Chi volesse entrarne in possesso può scrivere all'indirizzo info@evaimpact.org.