Torno a parlare di RetroMania in occasione dell’uscita del secondo numero, che troverete in edicola, libreria, fumetteria e online a partire da martedì 27 agosto, per raccontarvi il dietro le quinte della nascita della rivista edita da Sprea Editori.
Il progetto mi è stato presentato dall’ideatore della testata, ovvero Michele "MikiMoz" Capuano, ormai diversi mesi fa. Era già stata elaborata una bozza di copertina, che poi ho ulteriormente sviluppato, ma in questa sede mi limiterò a parlare del progetto grafico degli interni perché è l’aspetto della pubblicazione che ho curato e su cui ho avuto davvero moltissima libertà.
A sinistra la copertina del primo numero di RetroMania ora reperibile online, in fumetteria e libreria. A destra la copertina del secondo numero in distribuzione dal 27 agosto |
La rivista approfondisce l’immaginario legato agli anni ’70, ’80 e ’90, con collegamenti e rimandi ai giorni nostri, trattando gli svariati argomenti con occhio critico e non meramente nostalgico. Poter lavorare su un progetto simile per me è stato davvero una sorpresa inaspettata, perché amo la grafica delle riviste rétro e spesso le ricerco nei mercatini dell’usato, quindi direi che l’occasione offerta da RetroMania di ricreare il mood di quegli anni è stata davvero rara e preziosa.
Non mi soffermo sulla copertina perché, come detto sopra, il design di base era stato già ideato e io mi sono "limitato" a ultimarlo e renderlo più in linea con l’idea che avevo in mente per la grafica della testata.
Quando ho immaginato RetroMania il mio primo pensiero è stato: "Posso usare i pattern"! E la mia mente ha rievocato la rivista King che ne faceva largo uso. Ho pensato anche alla dinamicità grafica di Super Action (di cui, tra l’altro, si parla proprio sul numero in uscita), testata che poteva essere stata tra le letture di chi poi avrebbe acquistato RetroMania. Per sfruttare al meglio questa ghiotta occasione, mi sono messo alla ricerca di ispirazioni nella mia libreria e nel mio archivio fotografico in cui memorizzo gli scatti alle pagine più interessanti delle riviste, che per motivi pratici non posso sempre avere a portata di mano.
Oggi si lavora sempre in gran velocità e spesso è comodo, se non addirittura necessario, ricorrere a immagini stock, anche perché in diversi casi è inutile fare un lavoro che è stato già fatto ed è pronto per essere usato. In questo caso però volevo che i pattern, per quanto non "inediti", fossero comunque originali, quindi lasciandomi guidare dalle ispirazioni raccolte ho disegnato una serie di tredici motivi. Ne ho realizzati così tanti perché volevo che si alternassero nelle pagine in modo da rendere l’impaginato più variegato e movimentato.
Questi sono alcuni dei pattern che ho disegnato appositamente per la rivista |
Assieme ai pattern ho definito, sempre tenendo presente il materiale nel mio archivio, più di una decina di palette ognuna composta da tre colori, con lo scopo di alternarle nella successione dei vari articoli.
Decisi i caratteri da utilizzare, prediligendo per i titoli quelli più tondeggianti e "gommosi", e tenendo presente il layout di base richiesto dal curatore che prevede tre colonne di testo principale più un colonnino di servizio per pagina, mi sono messo all’opera per conferire all’impaginato una propria personalità e riconoscibilità.
Come dicevo, però, il leitmotiv visivo della rivista dovevano essere i pattern e l’uso del colore, i quali assieme avrebbero dovuto dare la sensazione di avere tra le mani una rivista che richiamasse il passato, quindi ho deciso che questo abbinamento doveva essere presente in ogni pagina e di rendere il tutto ancora più vivace colorando anche i fondini delle didascalie.
Inizialmente avevo realizzato una proposta che presentava degli sfondi colorati incorniciati, anche su suggerimento dell’ideatore e direttore della rivista, ma successivamente abbiamo convenuto che su una carta non patinata come quella scelta per il progetto fosse meglio optare per un fondo bianco. Questa scelta è dovuta sia al fatto che non volevamo ottenere degli impaginati troppo carichi, sia all’esigenza di rendere la lettura dei testi sempre ottimale, limitando dunque l’uso del colore, in tinte tenui, unicamente per gli sfondi delle rubriche.
Sopra alcune delle prime bozze di un impaginato di prova per la rivista. La terza in basso è stata la base per la versione definitiva che vedete qui sotto |
Questo che vedete qui sopra è stato il primo articolo impaginato che, tra l’altro, presenta uno dei miei mix preferiti tra palette e pattern di tutta la rivista (e infatti lo stesso motivo lo ritrovate anche in tutte le rubriche).
Proseguendo il lavoro in tandem con Miki, abbiamo definito le varie rubriche fisse che, per ovvi motivi, dovevano distinguersi dai normali articoli, quindi in questi casi ho creato una nuova palette specifica e ho fatto ricorso agli sfondi colorati, tenendo presente anche le bozze che Miki aveva disegnato.
Qui sopra due esempi di come partendo dalla proposta di Miki ho poi sviluppato le rubriche. In alto "Retrothings" dal primo numero, mentre in basso "Il Retroclassificone" dal secondo |
La rivista, ricchissima di contenuti eterogenei, presenta due parti principali che rappresentano il grosso delle pagine, ovvero lo speciale dossier e retrocult. La prima parte prevede una lunga serie di articoli a tema scritti a più mani, però sapientemente rielaborati e riordinati da Miki con l'intento di creare quasi una sorta di saggio sull'argomento scelto pur nei limiti offerti da una rivista. La seconda parte invece presenta una nutrita varietà di articoli che si occupano di film, serie, cartoon, fumetti, giochi, videogiochi, dischi, oggetti, prodotti, spot e sigle. Nel primo caso, quello dello speciale dossier, ho pensato che fosse opportuno realizzare una palette apposita, da cambiare di numero in numero anche tenendo presente i colori di copertina, e di rendere subito evidente al lettore il fatto che si trovasse di fronte a una serie di pagine collegate l'una all'altra. Per questo motivo ho deciso di utilizzare tutt'attorno alla pagina il mio pattern preferito riprodotto in bianco su uno sfondo grigio chiaro che non infastidisse la lettura.
Due doppie pagine dai dossier: in alto del primo numero, in basso dal secondo |
Devo dire che nell'insieme penso che il primo numero della rivista si presenti già abbastanza maturo (e non solo come design), tant'è che per il secondo numero non ho sentito il bisogno di apportare alcuna modifica sostanziale al layout grafico. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto e sono contento di aver avuto questa opportunità, so che anche i lettori hanno apprezzato molto la rivista nel suo insieme. Detto questo vi invito ad acquistare il nuovo numero di RetroMania in questi giorni in distribuzione e, se non lo avete già fatto, a recuperare anche il primo. Non ve ne pentirete!